Mercato auto: a settembre prosegue il calo

In settembre sono state immatricolate in Italia 146.388 autovetture con un calo del 5,7% rispetto al livello già molto depresso dello stesso mese del 2010. Questo calo non è certo inatteso, come inattesa non è la sua entità che è relativamente contenuta soltanto perché molte case automobilistiche continuano ad utilizzare la leva dei chilometri zero, cioè delle immatricolazioni a nome dei concessionari di auto nuove da rivendere appena possibile come usato con chilometri zero. Il dato di settembre conferma comunque la previsione del Centro Studi Promotor GL events secondo cui il mercato automobilistico italiano dovrebbe chiudere il 2011 con un volume di immatricolazioni leggermente inferiore a 1.800.000: un livello peraltro così basso da mettere a rischio la sopravvivenza di un certo numero di aziende concessionarie.

Per quanto riguarda le prospettive per il 2012 non si può certo pensare che si delinei una ripresa per il mercato dell’auto mentre l’economia italiana è sull’orlo dell’abisso, abisso in cui finirà per precipitare se si rinvieranno ancora le decisioni necessarie per rilanciare la crescita e se eventuali provvedimenti non saranno tali da dare un impulso immediato alla domanda di beni di consumo. A tale proposito, sottolinea il Centro Studi Promotor GL events, l’unico modo per incidere immediatamente sulla domanda è immettere subito aumenti nelle buste paga di operai e impiegati. Questo risultato si può ottenere accogliendo la proposta contenuta nel Manifesto delle Imprese di diminuire l’Irpef e compensare il calo del gettito con un’imposta patrimoniale. Il termine ultimo per un provvedimento di questo tipo, se non è già scaduto, sta per scadere. I più recenti dati statistici dicono che è crollata la fiducia delle imprese e dei consumatori e che la produzione industriale da mesi è in calo, mentre anche le nostre esportazioni sono in frenata, per non parlare dell’andamento dei mercati finanziari.

Per una vera e duratura ripresa è indispensabile un deciso intervento governativo. Come è noto le case automobilistiche non hanno però certo tirato i remi in barca. Il Salone di Francoforte ha dimostrato, e il prossimo Motor Show di Bologna dimostrerà, il forte impegno dell’industria nel proporre novità al pubblico sia in funzione delle esigenze di prima motorizzazione dei paesi emergenti sia per far fronte a una domanda di sostituzione che appare sempre più compressa nei mercati maturi. Ed anche in Italia, pur permanendo le vendite su bassi livelli, non mancano segnali di interesse della domanda nonostante l’inerzia del Palazzo nel rilanciare l’economia e nonostante gli inasprimenti fiscali sull’auto degli ultimi mesi. Un quadro di minor negatività emerge infatti dall’inchiesta congiunturale mensile condotta a fine settembre dal Centro Studi Promotor GL events sui concessionari. I giudizi sugli ordini sono sempre fortemente negativi, ma la quota di concessionari che dichiarano bassi livelli di acquisizione dal 91% di luglio è passata all’87% di agosto e al 77% di settembre. Analogo andamento per l’affluenza di potenziali acquirenti nei saloni espositivi dei concessionari. La quota di operatori che stimavano bassa l’affluenza passa dal 91% di luglio all’86% di agosto e al 76% di settembre. Certo non si può affermare che il quadro sia mutato decisamente in positivo, ma non si può negare che vi siano segnali di risveglio della domanda dal letargo degli ultimi mesi.

Fonte: Centro Studi Promotor