Calano del 9,2% le immatricolazioni di autovetture in novembre

Le immatricolazioni di autovetture in novembre toccheranno quota 135.000 unità con un calo del 9,2% rispetto al volume realizzato nello stesso mese del 2010. La previsione è stata fatta dal Centro Studi Promotor GL events d’intesa con il Centro Studi Unrae ed è stata diffusa oggi da Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor GL events. L’occasione è stata la conferenza stampa sulla situazione e le prospettive del mercato dell’automobile che precede la prima giornata stampa del 36° Motor Show di Bologna. Quagliano ha anticipato anche la previsione per le immatricolazioni di dicembre e per l’intero 2011 elaborata sempre d’intesa con il Centro Studi Unrae. In dicembre verranno immatricolate 112.000 autovetture con un calo sullo stesso mese del 2010 del 14,7%, mentre per l’intero 2011 le immatricolazioni saranno 1.750.000 con una contrazione del 10,8%.

“Le previsioni per l’ultimo scorcio del 2011 - ha affermato Quagliano nella conferenza stampa - riflettono la situazione di crescente indebolimento della domanda di autovetture in Italia legata all’evoluzione della crisi economica e alla caduta del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese manifatturiere, anche se va segnalato che, proprio gli indici Istat della fiducia dei consumatori e delle imprese manifatturiere in coincidenza con l’insediamento del nuovo Governo hanno fatto registrare significativi rimbalzi positivi”. Secondo Quagliano, la prima causa della difficile situazione del mercato italiano è indubbiamente la situazione economica. Questo elemento non deve però mettere in ombra altri fattori di freno che hanno inciso pesantemente sulle vendite di autovetture nel 2011. In primo luogo l’azione del fisco, che, nel corso dell’anno, ha messo più volte le mani nelle tasche degli automobilisti. A fine ottobre, nonostante un calo nei consumi, le imposte sui carburanti hanno dato un gettito superiore di 1,8 miliardi a quello dei primi dieci mesi del 2010, gettito che si aggiunge a quello che è derivato e che deriverà dal fatto che, oltre alle accise, sono state aumentate anche altre imposte che hanno colpito l’auto (imposta sulle assicurazioni RC auto, super bollo sulle auto più potenti, IPT, aliquota Iva dal 20 al 21%).

Inoltre va segnalato che, non solo il fisco ha inciso negativamente sulla domanda, ma anche l’incremento di due importantissime voci di spesa è stato un forte freno per le decisioni d’acquisto. A fronte di un calo dei consumi dello 0,7% la spesa complessiva per i carburanti è aumentata infatti a fine ottobre del 15,8%. E’ continuata inoltre la crescita al di fuori di ogni controllo dei premi di assicurazione RC auto. “Basti pensare - ha detto Quagliano - che secondo l’Aci il premio medio pagato nell’anno precedente la liberalizzazione delle tariffe, cioè nel 1993, per le autovetture con cilindrata comprese tra 1.000 e 1.500 cc era di 411 euro. Nel 2010 il premio corrispondente è stato di 1.821 euro. L’incremento è del 343%, mentre nello stesso periodo il tasso di inflazione è stato “soltanto” del 50,3% e il numero di morti in incidenti stradali è sceso del 38%. Secondo Quagliano, per rilanciare il mercato dell’auto è dunque necessario innanzitutto che riparta l’economia, ma occorre anche un controllo efficace su prezzi e tariffe di prodotti e servizi che gli automobilisti devono necessariamente o addirittura obbligatoriamente acquistare, come i carburanti e le polizze RC auto.

Fonte: Centro Studi Promotor