Mercato auto: marzo risente dell’effetto bisarche

In marzo sono state immatricolate 138.137 autovetture con un calo del 26,7% sullo stesso mese del 2011. Sul risultato eccezionalmente negativo del mese scorso ha influito lo sciopero delle bisarche, che è durato oltre sei settimane ed è stato sospeso soltanto il 28 marzo. Difficile stimare l’andamento del mercato in marzo al netto della turbativa introdotta dallo sciopero. Qualche elemento utile per valutare l’effetto bisarche può venire dai dati sull’ultimo grande sciopero di questi mezzi per il trasporto di autoveicoli, che si ebbe nel 2005 e che durò dal 26 aprile al 24 maggio. Allora il calo in maggio in una situazione di mercato sostanzialmente stabile, fu del 27%. Una percentuale, cioè, più o meno uguale al calo del marzo scorso, che si è invece prodotto in una situazione di mercato fortemente negativa, dato che in gennaio e in febbraio si è registrato un calo del 17,8%. Certo è arbitrario ritenere che lo sciopero delle bisarche 2005 e quello di febbraio e marzo scorsi, anche se di durata sostanzialmente analoga, abbiano avuto lo stesso impatto sulle immatricolazioni. Tuttavia non si può non sottolineare che il calo del 26,7% registrato in marzo non è coerente con un forte impatto negativo dello sciopero delle bisarche e contemporaneamente con una domanda in calo del 17,8% come nel primo bimestre. Delle due l’una: o le sciopero delle bisarche, al di degli alti lai degli addetti ai lavori, non ha avuto un grande impatto sulle vendite o la domanda in marzo non è stata così depressa come nei primi due mesi dell’anno.

Alcuni elementi sembrerebbero accreditare quest’ultima ipotesi. L’Osservatorio Findomestic ha segnalato in febbraio un incremento della propensione all’acquisto di autovetture. Il clima di fiducia degli operatori determinato dal Centro Studi Promotor GL events, dopo un primo rimbalzo positivo in febbraio, ha fatto registrare un incremento di 3,7 punti in marzo e anche il clima di fiducia dei consumatori ha invertito in febbraio la tendenza negativa e in marzo è tornato a crescere. Vi è dunque quantomeno un atteggiamento meno negativo da parte dei potenziali acquirenti di autovetture che, se non vi fosse stato l’effetto bisarche, avrebbe forse consentito di contenere il calo di marzo su valori significativamente più bassi di quelli del primo bimestre. Si tratta naturalmente soltanto di una ipotesi che avrebbe però il pregio di dimostrare un ritorno di interesse del pubblico per l’acquisto di autovetture.

Certo - sottolinea il Centro Studi Promotor GL events - perchè questo ipotetico elemento psicologico favorevole possa dare luogo a un recupero significativo del mercato dell’auto occorrerebbe che segnali positivi venissero non solo dagli indicatori di fiducia, ma anche dai dati sull’economia reale. Su questo terreno però vi sono soltanto cattive notizie: oggi, ad esempio, l’Istat ha comunicato che il tasso di disoccupazione in febbraio è salito al 9,3% con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio. D’altra parte, se l’azione del Governo è caratterizzata da aumenti di imposte, da tagli di spesa e da “riforme” destinate a dare, forse, risultati nel medio termine, non si vede come l’economia reale, possa ripartire e, se non riparte l’economia reale, non c’è aumento di propensione all’acquisto di beni di consumo che tenga. Se il salvataggio del Paese sul piano finanziario ha bisogno di lacrime e sangue, l’economia reale (e il mercato dell’auto) avrebbe bisogno di un pacchetto di misure kenyesiane su questo terreno. La Germania ha fatto una scelta importante proprio negli ultimi giorni e, quindi, perchè non seguire l’esempio, dato che ne seguiamo le prescrizioni in materia di austerità?

Fonte: Centro Studi Promotor