Auto UE: decima crescita consecutiva, ma la domanda frena

Continua per il decimo mese consecutivo il recupero del mercato dell’auto dell’Unione Europea iniziato nel settembre 2013. In giugno le immatricolazioni sono state 1.189.143 con una crescita sullo stesso mese del 2013 del 4,5%, mentre il bilancio del primo semestre chiude con un incremento del 6,5%. Il quadro è dunque positivo, ma l’analisi dei dati per paese, sottolinea il Centro Studi Promotor, mette in luce importanti elementi di debolezza. Innanzitutto la serie storica degli incrementi mensili mostra una tendenza al rallentamento della crescita, mentre le vendite in termini assoluti restano molto lontane dai livelli ante-crisi.

Un altro elemento di debolezza è poi costituito dal fatto che si confermano andamenti molto differenziati tra paese e paese e tra la zona euro e il resto dell’Unione. “Cominciando dall’aspetto che più da vicino interessa il mercato italiano - afferma Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor - differenze notevoli si notano nei risultati dei paesi della fascia meridionale dell’Unione fortemente colpiti dall’austerity imposta da Bruxelles. In giugno il recupero della Grecia è del 41%, quello della Spagna è del 23,9%, quello del Portogallo è del 23,5% e quello di Cipro è del 20,1%. La crescita dell’Italia non va invece oltre il 3,8%. Anche per il nostro Paese a cavallo tra il 2013 e il 2014 la tendenza del mercato dell’auto si è invertita, ma per dar corpo ad un recupero significativo sarebbe stata necessaria la ripresa dell’economia che finora è stata soltanto annunciata.”

Molto sensibile è poi la differenza del tasso di recupero dell’Eurozona e di quello del complesso dei paesi della UE che non hanno adottato l’euro. Nei paesi non euro si registra infatti una crescita del 9,1% in giugno e del 12,7% nel primo semestre. Nei paesi della zona euro la crescita delle immatricolazioni non va invece oltre il 2,8% in giugno e il 4,1% nel primo semestre. Le ragioni di questi andamenti a due velocità della zona euro e della zona non euro sono ben note e vanno ricercate nelle diverse politiche economiche seguite nelle due aree. Differenze notevoli vi sono poi tra i cinque maggiori mercati. Sempre in giugno la Spagna cresce, come si è detto, del 23,9%, il Regno Unito cresce del 6,2%, l’Italia non va oltre il 3,8% e in Francia la crescita si ferma al 2,5%. Il maggior mercato dell’Unione, quello tedesco, è invece addirittura in calo dell’1,9%.

I dati diffusi oggi dall’Acea riguardano anche i tre paesi dell’Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) che complessivamente accusano un calo dello 0,2% in giugno e dell’1,4% nel primo semestre.

Fonte: Centro Studi Promotor