CSP: tre emergenze frenano le quattro ruote

Indispensabile una nuova stagione di incentivi per rilanciare l’auto

Nel 2022 sono state immatricolate in Italia 1.316.702 autovetture. Un livello pari a quello del 1978 e secondo il Centro Studi Promotor, che ha tenuto oggi a Milano la sua trentesima conferenza stampa annuale sulla situazione e le prospettive del mercato dell’auto italiano, nel 2023 le immatricolazioni non andranno oltre 1.500.000, con un calo del 21,7% rispetto al livello ante pandemia (2019). “Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor - dovuta anche al fatto che gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche o con emissioni di CO2 molto contenute previsti nello scorso anno sono rimasti in gran parte non utilizzati in quanto non rispondenti alle esigenze del pubblico. Questa emergenza è decisamente preoccupante perché riguarda un comparto che con il suo indotto vale il 12% del PIL italiano. E a ciò si aggiunge che sul mondo dell’auto oltre all’emergenza mercato incombono altre due emergenze. La prima deriva dalla mancata sostituzione delle auto più vecchie, che negli ultimi anni ha fatto salire l’età media del parco circolante italiano a 12 anni e 2 mesi contro i 10 anni di Germania, Regno Unito e Francia con quello che ne consegue in termini di emissioni inquinanti e nocive e con la tutt’altro che trascurabile circostanza che nel 2021 sulle nostre strade sono morte 49 persone per ogni milione di abitanti mentre in Germania il dato corrispondente è pari a 31. All’emergenza crisi di mercato si somma quindi un’emergenza sicurezza stradale. Mentre la terza emergenza è quella della transizione energetica”.

Queste tre emergenze, secondo Gian Primo Quagliano, possono essere affrontate con un’efficace politica di incentivi. Innanzitutto, bisogna prendere atto che il ringiovanimento del parco circolante non può aspettare i tempi della transizione energetica. è dunque essenziale prevedere incentivi anche per ottenere subito risultati importanti rottamando le auto più vecchie e sostituendole con autovetture tradizionali con emissioni di CO2 contenute. Come è noto, per quest’ultimo tipo di auto sono in vigore incentivi prenotabili dal 10 gennaio, ma i fondi si stanno rapidamente esaurendo e occorre dunque non solo rifinanziarli ma anche aumentare l’entità dell’incentivo che attualmente è di 2.000 euro, una cifra non sufficiente per far maturare la decisione di acquisto di una nuova auto e che quindi in concreto si riduce a un premio per chi ha già deciso di acquistare o per il venditore, se non concede lo sconto d’uso, che normalmente si aggira attorno all’8% e che, come è stato fatto in precedenti campagne di rottamazione, dovrebbe essere riconosciuto obbligatoriamente dal venditore a chi acquista con incentivo.

Venendo alla terza emergenza, per favorire la transizione energetica sono in vigore incentivi per l’acquisto di auto a zero o a basse emissioni di CO2, ma lo stanziamento, come è successo l’anno scorso, rischia di rimanere in gran parte inutilizzato per i vincoli che riguardano il tipo di soggetti che possono usufruirne e per il tipo di auto acquistabile con l’incentivo. Per rendere efficaci questi incentivi occorre che questi vincoli vengano eliminati e che si preveda che l’incentivo possa essere richiesto da qualsiasi soggetto e per qualsiasi auto a basso impatto.

In sintesi secondo Gian Primo Quagliano per sostenere il mercato dell’auto e favorire la rottamazione delle vetture più vecchie e pericolose e per procedere verso la transizione ecologica è essenziale che il Governo adotti nuovi incentivi, dato che quelli prenotabili dal 10 gennaio non sono efficaci, come d’altra parte non sono stati efficaci quelli adottati nel 2022 e presi a modello per varare gli incentivi attualmente in vigore

Fonte: Centro Studi Promotor