Record mercato auto: spesi 45 miliardi di euro dagli italiani nel 2023 per comprare nuove auto: +20%.

Prezzo medio sopra i 28.000 euro.

Nel 2023 la spesa degli italiani, famiglie e imprese, per immatricolare nuove auto sfonda il tetto dei 45 miliardi di euro, secondo le prime stime del Centro Studi Fleet&Mobility elaborate sulla base dei dati ufficiali delle immatricolazioni fornite da DataForce e realizzate grazie al supporto di Mapfre Warranty e di Texa-TMD.

Si tratta di un incremento del 20% rispetto al valore del 2022, a fronte di un aumento dei volumi del 19%, da 1.336.000 a 1.590.610 unità acquistate.

È un risultato straordinario che supera il record del 2007, anno in cui gli italiani avevano speso 44,9 miliardi di euro acquistando ben 2,5 milioni di vetture. Nel 2023, quindi, con quasi 1 milione di auto in meno, il mercato ha raggiunto con 45 miliardi di euro, quasi lo stesso risultato del 2007. La differenza sta nell’incremento del prezzo medio unitario che è passato da 18.000 euro nel 2007 a oltre 28.000 nel 2023.

Inoltre, nel 2023 sono stati messi in campo dal Governo 575 milioni di euro per l’acquisto di autovetture nuove, di cui ne sono stati utilizzati dai privati e dai noleggiatori solo 278, meno della metà. Il che sancisce la scarsa utilità della misura.

Se, da una parte, le Case produttrici brinderanno a fine anno per gli ottimi utili che continuano ad incamerare, dall’altra parte il cittadino meno abbiente risulta penalizzato da prezzi sempre più alti e da carenza di prodotto nei segmenti city car e utilitarie. Buona parte di tali clienti sono, in effetti, invogliati a rivolgere i propri acquisti sul mercato dell’usato oppure ad allungare il periodo di sostituzione della propria auto.

I dati dicono che il mercato auto è in salute come mai prima – commenta Pier Luigi del Viscovo, del Centro Studi Fleet&Mobility nel senso che gli italiani non avevano mai dato tanti soldi per avere in cambio delle macchine. Ma è un mercato molto diverso da quelli degli ultimi anni. Se prima era un mercato “popolare” che cercava di dare a chiunque un’auto nuova, anche sottocosto pur di far girare le fabbriche, adesso l’industria guarda ai margini e acquistare un’auto nuova non è per tutti. Chi lo fa la tiene più a lungo ma sono sempre di più quelli che guardano all’usato. Alla luce di questo nuovo posizionamento del prodotto voluto dalle Case, guardare ai volumi e vagheggiare che possano tornare ai livelli pre-Covid non ha alcun senso: quando i prezzi salgono i volumi calano, è una legge nota in economia.”

Fonte: Centro Studi Fleet&Mobility