Auto europea: agosto senza infamia, ma con poca lode..

..ma spunta un concorrente per l’auto elettrica

Agosto senza infamia e con una piccola lode per il mercato automobilistico dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK). Rispetto ad agosto 2024 le immatricolazioni sono aumentate, ma soltanto del 4,7%, mentre nei confronti della situazione ante-pandemia, sempre in agosto, si registra un calo di ben il 26,3%. Se si considera il periodo gennaio-agosto la situazione è lievemente diversa, ma comunque insoddisfacente perché la crescita su gennaio-agosto 2024 è dello 0,4% e rispetto alla situazione ante-pandemia si registra un calo del 19,8%.

Grande interesse nel quadro non esaltante del mercato auto dell’Europa Occidentale hanno i dati relativi al tipo di alimentazione delle auto immatricolate e in particolare all’andamento delle vendite di auto elettriche. In agosto le immatricolazioni di questo tipo di auto hanno toccato quota 159.810 con un incremento su agosto 2024 del 26,8% e con una quota di mercato che passa dal 16,7% al 20,2%. Come già più volte segnalato molto più modesta è comunque la quota dell’Italia, che pare decisamente impegnata a conquistare la maglia nera nella corsa per la diffusione dell’auto elettrica.

L’elemento più interessante nei dati diffusi oggi dalla Acea non è però questo, ma il fatto che l’auto elettrica è insidiata da un concorrente che sta diventando sempre più pericoloso e cioè l’auto ibrida plug-in che, come è noto, è un’auto a benzina che recupera energia in frenata e in rallentamento (energia che viene utilizzata per la propulsione elettrica) e che ha una spina per stivare in una batteria a bordo dell’auto energia utilizzabile per la propulsione. Certo l’ibrida plug-in non è un’auto elettrica, ma riduce molto le emissioni di CO2 senza rinunciare alla maggior facilità di impiego che le auto tradizionali hanno rispetto alle elettriche. In sintesi, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, l’ibrida plug-in potrebbe essere una soluzione per rendere la transizione energetica meno drammatica di quanto i talebani dell’ecologia vorrebbero.

Fonte: Centro Studi Promotor