Immatricolazioni di autovetture in Europa Occidentale

Gennaio-novembre +1,9% sul 2024, ma -16,8% sul 2019

In novembre sono state immatricolate in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) 1.079.563 autovetture con un incremento del 2,4% sul novembre dello scorso anno, ma con un calo del 10,9% rispetto alla situazione ante-crisi, cioè rispetto a novembre 2019. Peggiore, soprattutto per il confronto con la situazione ante-crisi, è il quadro per il periodo gennaio-novembre. Le immatricolazioni sono state 12.098.650 con un incremento dell’1,9% sullo stesso periodo del 2024, ma con un calo di ben il 16,8% sulla situazione ante-crisi. E questo, come abbiamo più e più volte sottolineato, mentre nel resto del mondo il mercato dell’auto ha già ampiamente recuperato il calo di vendite dovuto alla pandemia ed è in crescita con un tasso abbastanza sostenuto.

Considerando i primi cinque mercati dell’Europa Occidentale, nel periodo gennaio-novembre la situazione peggiore è indubbiamente quella della Francia che è sotto il livello ante-pandemia di ben il 27,2%, mentre la Germania perde il 21,4%, l’Italia il 20,2% e decisamente meglio va il Regno Unito con un calo del 13,3% e soprattutto la Spagna che rispetto al livello ante-pandemia nei primi undici mesi dell’anno è in calo del 9,3%.

Particolarmente interessante, nei dati diffusi oggi dall’ACEA, è la situazione delle immatricolazioni di autovetture per tipo di alimentazione. In novembre si registrano quote piuttosto rilevanti per le auto elettriche. Nell’intera Europa Occidentale la quota delle elettriche ha toccato il 23,5% contro il 17,5% del novembre 2024. Il paese più virtuoso è la Norvegia con il 97,6% di quota seguito dalla Danimarca con il 73,7%, dall’Islanda con il 62,6% e dall’Irlanda con il 41,5%, mentre nei cinque maggiori mercati la quota dell’elettrico in novembre ha toccato il 26,4% nel Regno Unito, il 25,8% in Francia, il 22,2% in Germania, il 9,9% in Spagna e in Italia, grazie ai recenti incentivi, la quota è stata del 12,3%.

Vi è da dire che continua anche la corsa dell’ibrido plug-in che, come è noto, è stato premiato anche dalla revisione della posizione intransigente dell’Unione Europea per la transizione energetica, revisione che certo non risolve tutti i problemi, ma che comunque vede un’attenuazione del rigore ecologista. Certo molti problemi restano da risolvere - precisa Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - e tra questi ce n’è uno molto importante che prima o poi si dovrà affrontare: chi risarcirà le case automobilistiche per i danni che il rigore, di cui si è detto, ha provocato? E soprattutto chi risarcirà i troppi lavoratori che hanno perso il posto di lavoro per le pruderie ecologiste dell’Unione Europea?